sabato 12 dicembre 2009

Gli Angeli senz'ali





Gli Angeli senz'ali

entrano nelle nostre vite

col suono della brezza

che investe le sere autunnali,

portando colore e profumo

alle nostre anime,

spesso rassegnateal perpetuo grigiore

dell'esistenzae se ne vanno in silenzio

lasciando un saluto di luce

Sono sempre accanto a noie mai ci abbandonano

Li incontriamo per strada

nel silenzio della notteo nel bagliore del giorno,

li vediamo perdersi nell'infinito del mare

e nella pienezza della luce.

Nulla di angeli cosi riconosce in loro

tranne lo sguardo e il lucente sorriso

ricordi di un tempo lontano

trascorso

nei sogni del cielo...






I ricordi


Non vi parlerò di Murakami
ma di quanto sia bello il ricamo di un ricordo
nel tessuto dei nostri giorni.
Del nostro quotidiano.
Ricordare ci aiuta a non perdere per sempre le "cose importanti"
o anche semplicemente quelle "cose", quelle persone,
quei gesti che hanno significato qualcosa per noi in un certo momento.

I ricordi fanno scintillare in eterno un sorriso.
I ricordi rinnovano profumi che ci hanno sedotto.
O come scrisse il grande poeta Kahlil Gibran
"i ricordi sono un modo di incontrarsi".
La memoria è un territorio di incontri,
che ricuce gli strappi del tempo
e re-inventa uno spazio tutto privato.

Qualcuno mi risponderà che un ricordo è un traditore
che ti ferisce alle spalle, mentre meno te l'aspetti.
Chissà può darsi.
Qualcuno forse avrà visto quel gran capolavoro cinematografico
che è "The eternal sunshine of the spotless mind"
(tradotto nell'abominevole "Se mi lasci ti cancello")
in cui un uomo - Jim Carrey - lasciato dalla propria donna - Kate Winslet -
per non soffrire più di mal d'amore si fa cancellare la memoria.
Salvo poi pentirsene,
perché i ricordi anche quando fanno male ci ricordano
(scusate il gioco di parole)
di essere vivi e umani.

Per chiudere con Cesare Pavese:
"A che serve passare dei giorni se non si ricordano?"


lunedì 8 giugno 2009

L'Amore da "il profeta del Vento"



Nessuno è creato dalla Vita come sostegno per i vostri sogni,
perché due occhi non sono fatti per guardare luno verso l'altro,
ma entrambi verso la stessa direzione, diventando così ognuno luce per l'altro.
Crescete comprendendo questo e troverete assieme a ciò che cercavate,
anche ciò che non cercavate.
Ma dopo questo, non dubitate più.
Se dubitate che sia Amore, già non è Amore.
E non calcolate.
Se calcolate i vostri passi, già non è Amore.
Non appoggiatevi all'altro con tutto il vostro peso.
Ma posatevi come un raggio di Sole su una foglia.
E come una foglia, accogliete laltro raggio di Sole.
Asciugate le vostre lacrime e senza timore concedete al vostro cuore
questa luce e al vostro animo questo calore.
Ma state attenti agli incanti!
Perché i raggi di Sole, non sono il Sole.
Non riversate sull'altro tutta la vostra nostalgia di cielo:
egli non è in grado di contenerlo, né mai voi potreste contenere il suo.
Non valutate l'altro per ciò che non potrebbe mai avere,
o finirete per svalutare voi.
E tutto questo non è Amore.
Non precipitate l'uno dentro l'altro,
ma tenendovi per mano camminate insieme.
Portate l'amato non al centro del vostro cuore,
ma del suo, perché lì troverà anche il vostro,
e insieme troverete il cuore al centro del cosmo.
Sarete sottoposti a molte prove,
e spesso l'orgoglio vi chiederà di scegliere sé al posto dell'Amore.
Ma non ritiratevi da queste battaglie, perché non ve ne sono altre di più utili per voi.
Se vincerete, avrete vinto.
Se perderete combattendo e affilando il cuore, avrete vinto.
E quando il tempo vi avrà condotto fino a farvi decidere di fondere
per sempre le vostre due vite, conoscerete quote più alte,
ma anche la durezza di cadute mai pensate.
E vedrete spesso andare in frantumi tutti i vostri sogni.
Ma sarà allora che potrete dischiudere davvero le vostre ali.
Non maledite gli eventi,
perché siete voi che avete in mano il timone del vostro destino.
E non sarà rompendo questo vostro vaso e dicendo addio all'amato,
che le vostre radici troveranno nuova forza:
questa gabbia di creta è in realtà ciò che le salva dall'essiccare.
Siete voi che dite, quando non vi sentite amati:
l'Amore è finito.
Quella è invece la stagione in cui comincia.
Poiché il valore di chi governa la nave è nel condurla anche controvento.
Siete voi che dite, quando finiscono le sensazioni:
Ma io non amo più.
Non scambiate l'Amore con le sue sole sensazioni.
Poiché il valore di chi governa la nave è nel condurla talvolta anche a vele sgonfie,
fino ad altre zone di Vento.
Alzate lo sguardo sulle virtù dell'altro,
perché avete passato il tempo senza conoscervi.
Ma se poteste entrare, e a volerlo potreste,
nella mente di chi vi ha accompagnato,
per sfogliare insieme il libro della vostra vita,
scoprireste quanto siano belle in realtà tutte quelle pagine già scritte,
e quanto saranno belle tutte quelle ancora bianche.
Ricordate che il vostro cuore nasconde un Vento inesauribile
che saprebbe amare, anche oltre il vostro amato.
E attraverso di lui amare anche tutto quanto il mondo.
Ergetevi come gabbiani in queste possibilità di volo assieme.
Non fatevi orfani di gioie grandi e di dolori grandi,
accontentandovi di rischiare solo in parte.
Ma alzate il capo e abbiate fiducia,
poiché se di questo Amore amerete,
sarete come due raggi che si incontrano al centro della ruota,
ove poter cogliere assieme tutto il senso del ruotare della Vita.

Tratto dall'Amore da il profeta del Vento
Aquilasenzanido

sabato 9 maggio 2009

Panta rei




Del tempo che vola via...

restano tanti ricordi ...


non svaniscono mai anche se sembrano lontani.


nuove pagina da scrivere...


un nuovo attimo...


"Panta Rei" ...


tutto scorre...

ma non scorreranno mai i momenti felici...

le amarezze provate...

perchè nello scorrere ineluttabile del tempo...

quelli sono solo nostri e ci appartengono.


mi sento come una goccia d'acqua del mare...

mutevole...


ogni qualvolta che ci bagneremo in quella acqua...

non sarà mai uguale...


Tutto scorre e quei momenti che passano...

non tornano mai indietro...


ai nostri occhi appare un mondo talvolta effimero

in cui nulla resta com'è...

noi stessi non siamo mai gli stessi...


tutto cambia anche se a volte non ce ne rendiamo conto


vediamo la stessa nostra vita correre via velocemente

e della stessa ben poco riusciamo a trattenere..


passano i giorni...

e tutto cambia


persino il cielo è sempre diverso

e le maree... e lo stesso vento...


cambiano tante cose


anche i nostri sogni...

quelli per i quali un tempo avresti dato la tua stessa vita

per "trattenerli"


e come un fiume in piena... la nostra vita scorre...

travolgendo tutte quelle pietruzze colorate...


e in quell'acqua dove ti specchi vedi

lo scorrere della tua vita...

e ritorni con la mente quando eri nel grembo di tua madre...

e uscendo da quell'acqua sei andata alla ricerca di una nuova vita

... una nuova luce...


quell'acqua che scorre impetuosa...

riesce a trascinare via anche quei massi pesanti...

che ostruiscono gli sbocchi


e allora riprendi a scorrere...

assaporando la bellezza dell'andare...


e allora penso...

che anche se tutto passa...

c'è qualcosa che il tempo e gli avvenimenti non possono strapparti via...


e sono "i nostri sentimenti"


il sentimento dell'esserci

per te... per gli altri...


e quello che tu provi riesci a percepire che non è corruttibile

è sempre vivo...

è "AMORE"

perchè il tempo non spazza via chi sei...


tu "AMI" comunque sia...

e quella stessa vibrazione che ti scoppia dentro...

tu sai che esiste...


non può nè diminuire nè aumentare...

perchè l'amore non ha misura...

non è questione di "quantità"...


"l'amore è"


"Panta rei"


tutto passa...


Ma l'amore non passerà mai!


lunedì 19 gennaio 2009

La ragazza di un tempo











Ho ascoltato Fabrizio De Andrè per la prima volta a quindici anni.
Era il periodo delle grandi trasformazioni adolescenziali.
Mi chiamavano "la pasionaria" per il mio modo di vivere e vedere le cose,
per il coraggio nell'alzare la voce davanti alle ingiustizie del mondo:
dalle realtà a me più distanti,
alle stupide sofferenze liceali per questo
o quello stronzetto che usciva dalla mia vita
senza spiegazioni.
Affrontavo lotte in grande e in piccolo, nella mia stanza e nelle strade calde
di Palermo.
La rassegnazione non aveva spazio, né tempo per me,
semplicemente non esisteva.
A quindici anni, ti senti padrona di te e del mondo.
Spieghi le ali al vento senza alcuno sforzo e plani sulla terra
come fossi abbastanza potente
per guardare tutti dall'alto.
A quindici anni sognare qualcosa significa avere davvero
le potenzialità per raggiungere i tuoi obiettivi.
E ci credi con tanto trasporto che quasi trovi piacere
ad incontrare ostacoli sul tuo cammino.
A quindici anni conosci l'amore, con tutti i suoi difetti,
ma sei meravigliosamente in grado di rialzarti dopo un fallimento,
una sconfitta, un tradimento che rapidamente dimentichi tutto
all'arrivo di un nuovo altro amore.
A quindici anni giochi con la passione,
con gli eccessi e le stravaganze.
Ami,
soffri,
urli,
parli sottovoce e poi nuovamente gridi forte,
magari davanti a un mare sconfinato,
non curandoti di chi ti stia attorno.
Piangi e immediatamente riacquisti il sorriso
con un pacco di biscotti
in compagnia delle amiche
A quindici anni non passi frettolosamente dalle vite diverse dalle tue,
le assapori.
A quindici anni ti soffermi ad ogni piccola insenatura delle strade altrui.
E lasci un segno.
De André aveva una voce così familiare per me.
Sembravo ripetere i testi delle sue canzoni a memoria,
anche al primo ascolto.
Oggi, ricordo con affetto la mia adolescenza.
Come la maggior parte delle persone,
la rimpiango.



Sono ancora una pasionaria.
Purtroppo, però, qualcosa mi ha zittito.
Si è spezzato un filo importante con il mio passato:

sono totalmente muta e incapace di planare sulla mia vita.
Occhi bassi, viso cupo, mani raggomitolate, passo dinoccolato, paura.

Grande paura del mondo.
Soffro per quello che mi circonda e non mi piace.
Incontro ancora persone del mio passato che propongono questa o quella rivolta,

magari una semplice mail di protesta da girare, una raccolta firme.
E con spento, apatico interesse, collaboro per qualche istante

per poi rintanarmi tra i pensieri più intimisti, chiusi.

Mi distraggo, quindi, con grande facilità da ciò che,
un tempo, aveva tutte le carte per essere una delle mie ragioni di vita:

le sorti dell'umanità.

Adesso tremi come una foglia davanti al futuro.

Adesso passi più tempo con te stessa che con il mondo.

Adesso ti senti sconfitta e impotente;

hai la testa bassa, una bilancia da fissare ogni mattina dopo la doccia,

qualche amico che ti ama e un profondo senso di debolezza.

Adesso ti trovi nel limbo fra la vita reale e quella che un tempo desideravi.

Adesso hai già visto tanti come te abbandonarsi alla totale rassegnazione
e ne hai paura, soprattutto perché senti di specchiarti perfettamente in loro.



Adesso hai ancora tanti sogni che non ti è permesso di realizzare.



Alla mia età, sei in perenne conflitto, come spaccata in due.



Quello che vuoi, non è semplice da ottenere,

nel mio caso, fra l'altro, appare impossibile.
C'è, però, qualcosa nella mia età che mi fa sorridere.

È quel portato di esperienze che mi ha fatto arrivare fin qui.

Il conflitto riguarda quello che sogni e quello che ti viene offerto.

In fondo,
quello che sogno non è poi così diverso da quello che volevo.

Probabilmente raggiungerlo comporta il triplo dei sacrifici,

ma chi dice che non possa arrivarci?

Un amore mancato, una battaglia politica persa,

un fiore calpestato maldestramente?

Credo che, in fondo, visto come vanno le cose oggi,

porto ancora dentro di me qualcosa di importantissimo:
una sensibilità.

Forse meno esasperata e raggiante,
ma che, certamente,
continua a rappresentare un forte moto interiore che prima o poi
verrà fuori e mi permetterà di vedere le cose con meno pessimismo.

Sono una persona strana, contraddittoria, me lo dicono in tanti.

Grande sognatrice e pessimista.

Apro e chiudo la mente senza sosta.

Mi concedo e scappo dagli altri rapidamente.

Quasi come un battito cardiaco che prima presenzia e poi scompare.

A pensarci bene, nella musica dai ritmi incostanti,
con frastuoni e sospensioni,
ritrovo quel piacevole senso di pace,

regalatomi, forse, sin da quando mia madre mi portava in grembo.

Stare ancora sul suo petto ad ascoltarle il cuore mi rilassa.

Scrivo, compongo, corro, fremo, piango.

Mi sforzo di amare me stessa,
quando so benissimo che mi sto preparando al grande arrivo.

Di tutti quelli che, volenti o nolenti, si sono fermati nel mio cammino,
uno solo, forse, avrebbe potuto ricevere tutto quello che mi porto dentro.

E allora, come mi sforzo di ripetere, quasi sussurrando una litania,

"chiudo un libro per aprirne un altro",

con l'auspicio che il ruolo di passante nella vita di un uomo possa avere fine,
per prenderne un altro,



quello di pasionaria, la ragazza di un tempo.